ENRICO CIUTI GRAFICO ITALIANO
Capostipite dei designer italiani – Enrico Ciuti
Enrico Ciuti nasce a Milano nel 1910 ed esordisce giovanissimo come scenografo aderendo al costruttivismo.
Nato nel 1910 a Milano, Lombardia, Italia Morto nel 1991 a Lugano, Svizzera
L’esasperata ricerca formale e la preferenza per gli effetti di luce e di spazio lo mettono fra gli artisti italiani più all’avanguardia della prima metà del ‘900.
Forte della sua formazione di scenografo Ciuti nella sua arte fonde praticamente tutte le arti visive: grafica, achitettura, scenografia, pittura e anche la scultura.
La frequentazione di Nizzoli e Munari, l’influenza delle architetture di Persico e le collaborazioni ad alcune edizioni della Triennale di Milano, portano l’artista a divergere i suoi interventi nella realizzazione di manifesti, allestimenti fieristici, strutture architettoniche promozionali.
Nel 1929 realizza i “Pannelli Polimaterici” per la facciata di un negozio del Calzaturificio di Varese con l’uso inedito di materiale come l’alluminio e la plastica.
Con lo stesso materiale nel 1932 realizza “L’artista”.
Dopo queste opere innovative segue il progetto per il padiglione fieristico della Mondadori dove l’artista abbandona gli schemi costruttivi ortogonali per ottenere una semplificazione essenziale delle forme.
Nel 1934 Ciuti ritorna al costruttivismo polimaterico con la realizzazione della sala Tullio Morgagni all’esposizione aeronautica italiana della Triennale di Milano.
Utilizzando però alcune caratteristiche inedite come nuovi elementi curvilinei a suggerire il senso dell’elica e del volo.
Enrico Ciuti nel 1940 studia l’immagine globale degli allestimenti esterni per la VII Triennale e due anni dopo si occupa all’industrial design con la realizzazione dell’orologio-modello.
Ciuti con quest’opera ricorda molto le sculture di Brancusi che resta ancora oggi di grande attualità.
Nei primi anni quaranta inizia anche una collaborazione con la rivista mensile “Bellezza” che si occupa di trattare argomenti di moda e costume.
Dopo diversi anni Ciuti cambia modo di realizzare le sue architetture e ne è un esempio il Salone del metano del Padiglione Montecatini alla Fiera Campionaria del 1952.
In quest’opera architettonica il cromatismo dei tubi al neon forma un contrappunto pieno di luce con gli altri segni dipinti che rendono movimentate le superfici.
Nel 1958 Ciuti fiancheggia alla sua attività di grafico pubblicitario una peculiare ricerca espressiva destinata a distinguersi con il movimento della Gestalt.
Ricordiamo il manifesto per il Teatro S. Erasmo del 1953.
Il movimento si basa sulle teorie di porre l’attenzione della percezione dell’oggetto “in sé” globalmente inteso.
All’inizio si tratta di sperimentare la realizzazione di superfici immense usando pannelli d’acciaio dipinti con smalti a fuoco.
Tali realizzazioni rimandano alla pittura di gesto e mostrano abilità di ricerca materica con un risultato puramente cromatico-spaziale.
In questo periodo Ciuti inizia a collaborare con le riviste “L’ufficio Moderno” e Domus.
Nello stesso periodo crea il celebre marchio Lanerossi che fu una tappa fondamentale per la sua creazione grafica dagli anni trenta alla fine degli anni cinquanta.
Finito questo periodo creativo Ciuti si trasferisce a Lugano dove rimarrà fino alla sua morte.
Qui si dedica principalmente alla pittura e alla scultura dove potete vedere qui sotto una delle sculture dell’epoca.