FORTUNATO DEPERO GRAFICO ITALIANO
Depero designer del ventesimo secolo.
Nato 30/03/1892 (Trento, Trentino Alto Adige, Italia) Morto 29/11/1960 (Rovereto, Trentino Alto Adige, Italia)
Fortunato Depero nasce a Fondo (Trento, Italia) nel 1892. Dopo aver frequentato la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, istituto tecnico di arti applicate, si impiega come tirocinante nello studio di un marmista, poi nel 1914 si trasferisce a Roma.
A Roma entra in contatto con i principali esponenti del Futurismo tra i quali Balla, Marinetti e Boccioni.
Con Balla, nel 1915, firma il manifesto Ricostruzione futurista dell’universo, nel quale teorizza un intervento globale futurista sull’ambiente umano: “Noi futuristi vogliamo dare l’espressione dinamica, simultanea, plastica e rumoristica della vibrazione universale… ricostruire l’universo rallentandolo… formare, secondo i capricci dell’ispirazione, dei complessi plastici in moto.”
Sul fine degli anni dieci Depero lavora molto per il teatro disegnando costumi e sceneggiature e progetta anche uno spettacolo “I Balli Plastici” dove marionette di legno colorato esprimono una visione meccanica e gioiosa del mondo.
Fortunato Depero nel 1919 ritorna a Rovereto dove apre la “Casa d’arte futurista” considerata l’antenata dell’attuale agenzia pubblicitaria.
Accanto al poster autopromozionale dedicati alle sue mostre realizza manifesti reclamizzanti di vari prodotti che lo mettono subito all’attenzione del pubblico.
“Un cartellone di Depero – si legge su un giornale dell’epoca – non ammette sguardi distratti e non può essere dimenticato da chi l’ha visto una sola volta.”
Intanto si susseguono le sue mostre personali sia in Italia che all’estero (Parigi, New York, Ginevra e Boston).
Nel 1924 presenta al teatro Trianon di Milano un balletto meccanico, “Aniccham del 3000” (Macchina del 3000), che diventa famoso tanto da fare tournée in una ventina di città italiane.
Nel 1927 viene pubblicato il suo libro dal titolo “Depero Futurista”, meglio conosciuto come il “libro bullonato”, raccolta di esperimenti tipografici “paroliberisti” considerato un vero capolavoro della stampa del ventesimo secolo.
Dal settembre del 1928 all’ottobre del 1929 vive a New York e qui disegna le copertine di alcune famose riviste americane (Vanity Fair, Sparks, The News Auto Atlas, Vogue e tante altre.
Nel 1931 torna in Italia e pubblica il libro “Numero Unico Futurista Campari 1931” dove inserisce il “Manifesto dell’arte pubblicitaria futurista”, teorizzazione del grande valore artistico della pubblicità, considerata “L’Arte dell’avvenire”.
La produzione pubblicitaria di Fortunato Depero è molto prolifica in particolar modo negli anni ’20 e ’30.
Lavora molto per la Campari, la Verzocchi, la Rimmel, la Strega, la San Pellegrino, la Lene-Rosse e tante altre aziende importanti della prima metà del ‘900.
Per i suoi manifesti utilizza i personaggi delle sue sperimentazioni teatrali degli anni dieci, quindi popola i suoi manifesti di pupazzetti, robot e figure di altro genere esaltando l’effetto tridimensionale usando azzardati accostamenti cromatici.
Molto curato è anche il lettering dove le scritte diventano spesso l’elemento portante dell’annuncio, svolgendo un ruolo più figurativo che informativo.
Frequenti sono le composizioni tra scritte e oggetti dove gli annunci appaiono più dinamici creando un forte effetto di vibrazione cromatica.
Inoltre giocando con la deformazione prospettica sia delle figure che delle scritte Depero dà origine a manifesti “impazziti”, nei quali gli elementi sembrano schizzare rapidamente verso l’esterno.
Nei suoi manifesti usa spesso il collage di carte colorate e il disegno a china con tecnica xilografica e proprio nel collage si dimostra un vero maestro.
Possiamo vedere queste sue tecniche nell’omino che beve un Campari riprodotto qui sotto che sembra addirittura uscire da qualche studio di grafica computerizzata dei nostri giorni.
Verso gli anni trenta la produzione pubblicitaria di Depero si fa meno intensa semplicemente perché prendono il sopravvento altri stili e altre mode.
In questo periodo Depero realizza copertine, manifesti di propaganda, diplomi per il regime fascista senza però raggiungere ottimi risultati.
Un esempio ne è la copertina della “Rivista illustrata del Popolo d’Italia” riprodotta qui sotto.
Anche nel dopoguerra l’attività di Depero rimane della stessa intensità produttiva notando che nei suoi manifesti pubblicitari scompare l’originalità e il dinamismo che contraddistinguevano le sue creazioni.
Oltre questo i colori delle sue grafiche sono molto più spenti contribuendo così ad affievolire ulteriormente il mordente tipico dei suoi migliori manifesti.
Nonostante tutto però continua con le sue mostre personali in giro per il mondo riscuotendo sempre ottimi successi.
Nel 1959 realizza il bellissimo catalogo del neonato Museo Depero di Rovereto che sarà l’ultimo lavoro della sua cinquantennale attività.
Infatti nel 1960 Depero muore a Rovereto.