MARCELLO DUDOVICH GRAFICO ITALIANO
Marcello Dudovich designer del ventesimo secolo.
Nasce a Trieste nel 1878 e dopo aver frequentato svogliatamente le scuole nel 1897 viene “spedito” a Milano per imparare il mestiere di litografo.
Nessuno si sarebbe immaginato che quel bizzarro giovanotto di Marcello Dudovich sarebbe diventato un cartellonista di fama.
Nato 21/03/1878 (Trieste, Friuli Venezia Giulia, Italia) Morto 31/03/1962 (Milano, Lombardia, Italia)
A Milano Dudovich entra nello staff delle officine grafiche Ricordi, dove il noto cartellonista Leopoldo Metlicovitz lo avvia alla professione.
L’ambiente della Ricordi è molto stimolante: vi lavorano tutti i pionieri della pubblicità italiana.
Il giovane Dudovich in poco tempo carpisce ai suoi maestri tutti i loro segreti tecnici e altrettanto rapidamente assimila il loro vocabolario espressivo che risente, in particolare, del fascino degli stilemi decorativi Liberty e della tensione lineare dello Jugendstil.
Nel 1899 si trasferisce a Bologna dove lavora come cartellonista per l’editore Chappius.
A Bologna prende corpo la sua fama di grande cartellonista tanto che vince per tre anni a fila i concorsi per reclamizzare le “Feste di primavera” realizzando una serie di manifesti davvero audaci e innovativi.
Nel 1906 torna a Milano e rientra alla Ricordi ma come maestro.
I suoi manifesti in stile Libery ottengono riconoscimenti prestigiosi; vince il concorso per il manifesto celebrativo del traforo del Sepione e quello per la pubblicità di Borsalino.
A questi anni risale anche la celebre serie di manifesti destinata a pubblicizzare i prodotti di moda delle Mele, ditta napoletana al vertice del settore dei grandi magazzini d’abbigliamento.
Questi manifesti, dotati di una freschezza e un’originalità sorprendente, vera apoteosi dello spirito della Belle Epoque, sono tra le cose migliori prodotte da Dudovich nella sua carriera.
Nel 1911 Dudovich viene chiamato a Monaco a collaborare come illustratore nella rivista satirica Simplicissimus: per alcuni anni fa l’inviato speciale nelle località europee alla moda col compito di cogliere le situazioni più divertenti e illustrarle per il giornale.
A distoglierlo da questa piacevolissima attività arriva la guerra: “Con la guerra – scriverà egli stesso – finisce il periodo più bello e spensierato della mia vita”.
L’Italia postbellica vive un momento di grande fermento pubblicitario e Dudovich ne approfitta creando una sua agenzia di pubblicità, la Star, che sforna manifesti a ritmi un tempo nemmeno immaginabili.
Nel 1922 la Star si appoggia per la stampa e la diffusione all’IGAP, la maggiore azienda italiana di affissioni pubblicitarie, di cui Dudovich diventa direttore artistico, carica che ricopre fino al 1936.
Dal 1920 Dudovich inizia a collaborare con La Rinascente e diventa commettente privilegiato fino al 1956.
Il nome Dudovich-Rinascente segna profondamente la storia della pubblicità italiana e diventa punto di riferimento obbligato per i maestri del “nuovo cartellonismo” come Depero, Seneca, Sironi e Sepo.
Lo stile di Dudovich si evolve senza clamorose sconfessioni dove la naturalezza dei personaggi e la chiarezza di lettura dei messaggi rimangono nel corso degli anni una costante dei suoi manifesti.
Rispetto all’epoca dei manifesti per la Mele si assiste all’introduzione dei chiaroscuro delle masse e dei volumi all’uso di colori meno contrastanti.
Durante gli anni trenta inoltre il lettering dei suoi manifesti, in sintonia con la tendenza generale della grafica italiana, perde la grazia e la linearità di un tempo, per assumere un aspetto squadrato e cubiforme.
Marcello Dudovich utilizza come soggetto protagonista dei suoi manifesti le donne, meno fatali che in passato, ma sempre seducenti.
Interessante è notare come, col passare degli anni, l’immagine delle donne di Dudovich si trasformi riflettendo l’evoluzione dei costumi: ecco apparire, allora, donne sempre più “moderne”, emancipate e sicure di se stesse, attive nel lavoro, pronte a cimentarsi anche in attività fino ad allora considerate “virili”.
A partire dagli anni trenta nei manifesti di Dudovich entra da protagonista sempre più spesso il messaggio metaforico: così per reclamizzare capi di biancheria, bianche colombe in volo, simbolo di candore e pulizia, prendono il posto della classica donna seducente elegantemente vestita.
Gli anni passano, ma l’effervescente fantasia di Dudovich rimane vivissima; la sua attività, tuttavia, si fa meno intensa, anche perché l’epoca del manifesto d’autore volge ormai al tramonto, sostituita dal successo della fotografia e della tecnica del fotomontaggio.
Marcello Dudovich nonostante questo riesce lo stesso a fare sentire la sua voce creando diversi cartelloni davvero notevoli per i grandi magazzini della Rinascente.
Come quello dei due pigiami abbracciati su una falce di luna o quello della donna in vacanza sdraiata, con una posa molto allusiva, su una gigantesca stella marina.